“Un importante passo per rimarcare i diritti, per la definizione delle procedure ma anche per inquadrare e sancire le funzioni del servizio sociale in quella area ampia del sociosanitario, riconosciuta nei documenti internazionali, ma misconosciuta quasi sempre nel nostro Paese nei modelli organizzativi e nelle pratiche. Sommessamente ricordo che Fnas, nella interpretazione delle funzioni molteplici della progettazione che ha fatto propria, ha costruito, con partnership ampiamente accreditate, ivi compreso il ministero della Salute, due progettazioni -PUERI e SAVE che hanno contribuito a legittimare le funzioni del servizio sociale nel settore delle migrazioni, ivi compreso il riconoscimento d’età”.
E’ il commento della presidente della Fondazione Nazionale degli Assistenti sociali, Silvana Mordeglia, dopo il via libera al protocollo per la determinazione dell’età dei minori stranieri non accompagnati, raggiunto nei giorni scorsi in Conferenza Stato Regioni.
La Fondazione condivide la bella notizia con la Sottosegretaria di Stato alla Salute, Sandra Zampa, autrice della legge 47 del 2017.
“Abbiamo lottato e lavorato per avere una legge a tutela dei minori soli migranti e sarebbe stato davvero assurdo vederne depotenziato il potenziale di cambiamento per l’assenza di un protocollo – dice Sandra Zampa, che ricorda -la legge è stata approvata tre anni fa e questo deve farci riflettere sulle lentezze del sistema”.
“Che l’ok al protocollo arrivi ora non è un caso – conclude la presidente Mordeglia – Ora, con l’avvento al ministero della Salute di chi quella legge l’ha scritta e con la sensibilità del ministro Speranza, si è potuto fare un passo avanti fondamentale”.