In questa giornata, il 20 novembre di 31 anni fa, fu approvata dalle Nazione Unite la Convenzione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ratificata dall’ Italia nel 1991. In essa furono sanciti nuovi principi e nuove norme internazionali: l’interesse superiore del minore, in tutte le situazioni che lo riguardano.
Occuparsi dei più piccoli richiama l’immagine del sasso lanciato in un lago: a tutta la società arriveranno miglioramenti, così come si propagano le onde concentriche sullo specchio dell’acqua. Allo stesso modo, trascurare la tutela dei diritti dei minori di età, significa procurare un danno che riguarderà ciascuno di noi e il nostro stesso futuro, poiché sono proprio le bambine, i bambini e gli adolescenti la nostra più vera speranza per un futuro migliore.
Dobbiamo chiederci se il nostro Paese sia a misura di bambino e di adolescente. Esiste in Italia un apparato legislativo che ha fatto proprie convenzioni internazionali e leggi quali quelle che regolano l’accoglienza dei minori stranieri e quella sugli orfani speciali: prime in Europa per entrambe i settori.
Tuttavia l’attuale stato di emergenza causato dalla pandemia ha aggravato la parte più vulnerabile della nostra infanzia e quella che vive in condizione di fragilità familiare. In queste situazioni già ad alto rischio i fenomeni di violenza e maltrattamento sono aumentati in modo preoccupante. Così come è diventata più acuta la sofferenze di quei minori di età che vivono all’interno delle comunità residenziali. E a tutto questo si aggiunge che per molti ragazzi la scuola oggi resta chiusa e che ci sono tanti bambini che, privati della possibilità di connettersi e senza strumenti idonei, sono stati privati nella scorsa primavera e oggi del diritto allo studio.
Gli assistenti sociali sono stati attivi, hanno sostenuto situazioni di grande sofferenza con la loro presenza, il loro impegno e continuano a farlo, consapevoli che ci aspettano ancora mesi difficili in cui sarà necessario non trascurare nessuno di questi nostri bambini e ragazzi, spesso soli, impauriti, testimoni di un tempo che sembra non voler ascoltare la loro voce.
Ma è proprio la Convenzione di New York che, riconoscendo l’infanzia e l’adolescenza come soggetti e non come semplici oggetti del diritto, garantisce loro una voce che non dovremo trascurare mai.
E’ urgente adottare politiche mirate al loro benessere fisico e mentale, alla loro salute, alla loro educazione e alla tutela dei loro diritti non solo intervenendo sul piano legislativo, ma affermando una nuova cultura dei diritti delle persone e riscoprendo quella vocazione alla cura e al welfare che in questo paese, e in Europa, ha aiutato a raggiungere i più grandi e significativi traguardi dal dopoguerra.
Sono loro, i più piccoli, i testimoni di questo tempo, e sono loro il nostro domani.