Il 15 maggio si celebra la Giornata internazionale delle famiglie – ricorrenza istituita nel 1993 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per diffondere una maggiore consapevolezza a livello globale in merito ai processi sociali, economici e demografici che coinvolgono le famiglie nel mondo. Il tema individuato per quest’anno è legato all’urbanizzazione e può allacciarsi ad argomenti attuali nel dibattito quotidiano come il cambiamento tecnologico, demografico e climatico e le migrazioni.
Gli ultimi dati Istat relativi all’anno 2021 evidenziano, come accade fin dal 2006 ultimo anno in cui si si osservava un equilibrio tra nascite e decessi, un nuovo saldo negativo. Le motivazioni storiche della bassa natalità nel nostro Paese si sono associate agli effetti dell’emergenza sanitaria che ha generato nuove incertezze con ricadute anche sulle scelte di pianificazione familiare, nuove difficoltà nella realizzazione dei progetti di vita dei giovani, una riduzione del benessere delle famiglie con figli di minore età.
Negli ultimi anni registriamo una maggiore attenzione ai temi della conciliazione famiglia-lavoro, dell’investimento sulla salute, delle politiche per incentivare la natalità, ne sono un esempio l’assegno unico e universale per i figli a carico, il dibattito aperto sui consultori, la medicina del territorio, gli asili nido, i servizi semi residenziali.
Ma le famiglie di tutto il mondo, come quelle italiane, sono cambiate a continuano a farlo: molte diventano più piccole, tante sono monoparentali mettendo in risalto il tema della protezione sociale e della solidarietà generazionale, intesa come trasmissione di valori, aumento della solitudine…
Come assistenti sociali, in occasione di questa celebrazione, vogliamo sottolineare nuovamente che una società più giusta, più preparata alle sfide che ci attendono potrà realizzarsi solo sostenendo, senza alcuna discriminazione, ogni modello di famiglia sia essa monoparentale, omogenitoriale, con figli disabili, affidataria e adottiva, immigrata, fragile, riconoscendola come luogo primario della protezione e della cura dei figli, come nodo fondamentale per progresso delle nostre comunità.
Chi arriva ai nostri servizi ci pone problemi che non sono risolvibili con una logica di Welfare a progetto o di assistenzialismo attraverso bonus e ristori. Per dare risposte concrete, rinsaldare i rapporti tra le generazioni e tra le reti primarie, bisogna mettere al centro le persone, dare ascolto alle loro esigenze, ai loro progetti, alle loro aspirazioni.