Ci fermiamo per qualche giorno, ma la nostra attenzione e il nostro lavoro non cambiano prospettiva. I progetti e gli approfondimenti che mettiamo in campo e che programmiamo per la ripresa, guardano a chi le vacanze non le fa, a chi non arriva sulle nostre spiagge con la sdraio e l’ombrellone, a chi non nuota per sport o divertimento, ma soltanto nella speranza di arrivare vivo a riva. Venti giorni, fino al 27, per ricaricarci, pensare, progettare. Senza mai dimenticare qual è il nostro compito di fronte alle urgenze dei più vulnerabili.