Si celebra oggi la Giornata internazionale delle persone con disabilità, proclamata nel 1981, con lo scopo di promuoverne i diritti. Diritti che nel 2006 sono stati racchiusi in una Convenzione che sancisce uguaglianza e pari accessibilità alla vita politica, culturale e economica della società, per ogni persona portatrice di disabilità.
Si tratta di un grande mosaico che coinvolge ambiti e piani diversi: dalla scuola al lavoro, dalle cure all’assistenza, fino alla piena realizzazione delle aspirazioni personali. Un mosaico che spesso diventa una barriera che costringe in modo doloroso alla marginalità le persone con disabilità, nel disinteresse di chi, sbagliando, ritiene di avere più possibilità perché “perfetto”. Sbagliando perché, se non vi saranno pari opportunità per tutti, nessuno potrà mai sentirsi garantito. Una società che non sa accogliere, assistere, sostenere i diritti di ciascuno, non è una società solidale con nessuno.
Sono gli assistenti sociali che, nello svolgimento del loro lavoro, sanno come attivare ciascun ambito capace di dare risposte ai genitori che chiedono di ricomporre la vita del figlio con disabilità motoria o psichica, che sanno accogliere la persone con disabilità e attivare percorsi di inserimento nel mondo del lavoro, che sono preparate a rintracciare sul territorio le risorse necessarie per far fronte alle disabilità più gravi.
È l’assistente sociale che crea ponti tra la scuola e la famiglia, che rintraccia percorsi formativi, che supporta l’inserimento nel mondo del lavoro. È sempre l’assistente sociale che ascolta e che con il suo impegno tutela il diritto ad una vita piena per tutti, nessuno escluso.
Non vi può e non vi deve essere nessuna barriera, né fisica né culturale, che possa impedire ad una persona con disabilità di avere una vita dignitosa, una esistenza piena e la reale possibilità di realizzazione dei propri sogni e delle proprie aspirazioni. Così come nessuna famiglia può essere lasciata sola a gestire le disabilità più gravi e le difficoltà che queste comportano. Questi drammatici momenti dell’esplosione e del permanere della pandemia da Covid 19 hanno lasciato soli e senza aiuto molte persone disabili e molte famiglie.
Noi, oggi, come ogni giorno, lavoriamo, spesso in situazioni di precarietà, per configgere la marginalità sociale che ancora riguarda troppe persone disabili. La nostra aspirazione collettiva deve essere quella di vedere realizzarsi, con il contributo di tutti, una società dove nessuno si senta escluso.