Marzo, 2020
Enti promotori: Fondazione Nazionale degli Assistenti Sociali, Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali, in collaborazione con i Consigli Regionali
Responsabile scientifico: Mara Sanfelici
Comitato scientifico: Luigi Gui, Silvana Mordeglia, Mara Sanfelici
Il contesto e gli obiettivi della ricerca
Gli assistenti sociali si collocano tra i professionisti impegnati in prima linea sul fronte dell’emergenza, determinatasi in seguito alla pandemia Covid-19. Si tratta di una crisi sociale, sanitaria, economica e che coinvolge l’intera popolazione mondiale e la più grave crisi per l’Italia dal secondo dopoguerra.
La letteratura sulla gestione delle emergenze da tempo orienta la prospettiva analitica in direzione di uno sguardo sistemico (Elliott, 2010; Quarantelli, 1998). La crisi non è il frutto del fato o della casualità, ma il prodotto dell’interazione tra un evento critico e la combinazione di fattori protettivi e di vulnerabilità che caratterizzano un determinato contesto (Organizzazione Mondiale della Sanità, 2019). Nella rappresentazione classica della gestione dei disastri, l’emergenza è descritta come un processo ciclico, in cui si articolano diverse fasi interdipendenti. Le azioni necessarie per la gestione delle emergenze si collocano in fase pre-emergenza (Disaster Mitigation), con il fine di prevenire e mitigare i possibili danni, e in fase post-emergenza (Disaster Response), per rispondere ai problemi emersi. L’obiettivo è assicurare misure coordinate e preparate, che garantiscono risposte accurate e tempestive.
L’analisi partecipata dei fattori di potenziale vulnerabilità degli individui, dei gruppi e delle comunità nei diversi territori è la base per la costruzione di sistemi resilienti e preparati a rispondere ad eventi critici, che possono intervenire a livello personale o collettivo (Sanfelici e Mordeglia, 2020).
La letteratura di social work ha prodotto diversi contributi sul ruolo del servizio sociale nelle diverse fasi del ciclo di gestione delle emergenze per la prevenzione, l’attivazione di partecipazione all’analisi dei bisogni sociali emergenti, la definizione di risposte strategiche, con l’obiettivo di dare voce ai diritti delle persone più vulnerabili (Elliott, 2010; Dominelli, 2012; Gillispie, 2013; Pyles et al., 2015; Sanfelici e Mordeglia, 2020).
La gestione della emergenza COVID-19 coinvolge i professionisti dei servizi sociali in un contesto in cui, per la prima volta, una situazione di crisi collettiva ha coinvolto l’intero territorio nazionale. Numerosi assistenti sociali italiani hanno sperimentato in passato la necessità di riadattare i propri modelli e strumenti di intervento nel caso di emergenze collettive (AAVV, 2016; Di Rosa, 2012). Tuttavia, le misure adottate per far fronte all’emergenza sanitaria in corso comportano sfide che non conoscono precedenti nella storia del Paese. Le misure di contenimento del contagio hanno implicato la necessità di mantenere il distanziamento fisico dalle persone, sfidando dunque le modalità ordinarie e l’utilizzo di alcuni degli strumenti cardine del lavoro dell’assistente sociale. Il lockdown e la conseguente paralisi delle attività economiche hanno acuito la vulnerabilità di diverse fasce della popolazione (Sanfelici, 2020), esercitando una pressione straordinaria sui servizi sociali. Queste variabili hanno imposto l’immediata riorganizzazione dei servizi e la necessità di agire in condizioni nuove e non pianificate.
La crisi attuale chiama la comunità professionale degli assistenti sociali a mettere in campo un bagaglio di conoscenza ed esperienza essenziale nella fase di risposta all’emergenza e nella fase della ricostruzione. E’ fondamentale mettere a sistema le competenze acquisite, contribuire all’analisi dei fattori di vulnerabilità che nei sistemi sociali in cui viviamo e lavoriamo hanno contribuito all’aggravamento della crisi, alla costruzione di strategie per rispondere ai bisogni sociali emersi.
La risposta dei servizi sociali alle sfide determinate dalla pandemia è influenzata anche dalle strutture organizzative e dalle capacità e competenze già esistenti.
Lo scopo di questa ricerca è rilevare i fattori di vulnerabilità e resilienza che nel sistema dei servizi sociali hanno contribuito a mitigare o ad ostacolare il fronteggiamento della crisi, sia le variabili che incideranno nella fase della ricostruzione, facendo emergere l’esperienza dei professionisti sul campo nelle prime settimane dell’emergenza. Quali trasformazioni dei bisogni sociali osservano gli assistenti sociali in prima linea? Quali pratiche stanno sperimentando per rispondere ai bisogni delle persone e delle comunità, in un contesto improvvisamente sconvolto dalle regole imposte dalle misure di contenimento? Le organizzazioni dei servizi sono preparate per la gestione dell’emergenza?
La ricerca ha innanzitutto una rilevanza pragmatica: contribuire alla costruzione di conoscenza utile a potenziare gli interventi sociali coinvolti nel ciclo di gestione delle emergenze. La rilevanza teorica è individuata nella costruzione di materiale empirico, utile a indagare un tema ancora poco esplorato in Italia. E’ ampia la letteratura sul servizio sociale in emergenza soprattutto nei paesi anglosassoni, mentre nel nostro Paese è ancora scarsa la sistematizzazione dell’apparato teorico e metodologico.
Un secondo obiettivo della ricerca è individuato nella costruzione di un’opportunità per “fare comunità professionale” in pratica, costruendo connessioni e scambi tra i territori a livello nazionale e internazionale. Questo obiettivo si è tradotto nella definizione di un metodo partecipato nella fase di analisi dei dati emersi dalla ricerca. Il fine è stato quello di analizzare e riflettere insieme all’intera comunità professionale su:
– le conoscenze, le idee e le pratiche innovative che gli assistenti sociali stanno mettendo in campo in fase di emergenza
– il valore spesso non visibile né quantificabile che gli assistenti sociali producono nel fare cura delle relazioni, in particolare quando le reti e i loro legami vengono improvvisamente sconvolti
– i fattori di vulnerabilità nei territori, e le risorse che possono essere messe a sistema
– le caratteristiche dei sistemi di Welfare nei diversi territori italiani, che hanno ostacolato o aiutato a fronteggiare la crisi
– i punti di forza e le criticità della stessa comunità professionale degli assistenti sociali, non sempre efficace nello sforzo di mettere a sistema e far circolare conoscenze e farsi volano per l’innovazione.
Le fasi e il metodo della ricerca
Le scelte metodologiche sono state guidate da valutazioni etiche e criteri di rilevanza pragmatica, nella consapevolezza dei limiti legati all’attivazione di una ricerca dal carattere instant. Il CNOAS e la FNAS si sono interrogati sull’opportunità di utilizzare gli strumenti della ricerca, e dunque il tempo e l’impegno dei professionisti, in un momento in cui per la maggior parte degli assistenti sociali sul campo si sono profondamente modificati, talora sconvolti, molti dei dati per scontato della quotidianità, sia in ambito professionale che privato. La scelta è stata quella di costruire un questionario con un numero limitato di domande, il cui principale scopo è stato quello di dare voce all’esperienza degli assistenti sociali, rilevando informazioni relative alle prime settimane dell’emergenza e monitorando la risposta dei servizi alla crisi in corso.
L’indagine di tipo quantitativo ha utilizzato un questionario strutturato somministrato con tecnica CAWI, rivolto a un campione nazionale di assistenti sociali operanti nei servizi sociali e socio-sanitari. Per un confronto di tipo internazionale il questionario è stato contemporaneamente somministrato in Spagna e in Portogallo da altre unità di ricerca.
Il questionario è composto di ventiquattro domande a risposta chiusa che hanno indagato due aree:
- le condizioni di lavoro dei professionisti e le misure adottate nei diversi contesti organizzativi per la tutela della salute
- la preparazione delle organizzazioni per la gestione dell’emergenza sanitaria.
Quattro domande a risposta aperta hanno consentito la possibilità di raccontare esperienze, vissuti e punti di vista rispetto a:
a) le trasformazioni dei bisogni sociali in seguito all’emergenza sanitaria
b) le difficoltà che gli assistenti sociali hanno sperimentato
c) le pratiche e gli interventi che hanno messo in campo per affrontare l’emergenza
d) i dilemmi etici che sono emersi nel contesto della crisi.
Il CNOAS diffonderà la survey all’intera popolazione nazionale degli assistenti sociali, rilevando i dati dal 1 Aprile al 30 Aprile 2020.
I dati quantitativi saranno analizzati, utilizzando tecniche di statistica descrittiva e analisi bivariata.
L’analisi tematica guiderà la fase di analisi dei testi raccolti attraverso la survey. Per l’analisi qualitativa saranno attivati gruppi di research practioner, assistenti sociali esperti in diversi settori del servizio sociale (invecchiamento, genitorialità, immigrazione, etc.) con precedenti esperienze di ricerca sul campo, guidati dai ricercatori della Fondazione.
Dal punto di vista operativo la ricerca si articola nelle seguenti fasi:
- Marzo 2020: costruzione del gruppo di ricerca e costruzione del questionario (la FNAS contava già su un gruppo di ricerca sul tema del servizio sociale in emergenza, attivo dal 2019)
- Aprile 2020: somministrazione del questionario
- Maggio – Giugno 2020: Analisi dei dati quantitativi e formazione dei gruppi di reserach practitioner attivati dai CROAS per l’analisi dei dati qualitativi
- 22 Giugno 2020: Webinar CNOAS-FNAS-CROAS e prima restituzione dei risultati dell’analisi quantitativa
- Giugno – Luglio – Agosto 2020: analisi dei dati qualitativi
- Settembre – Dicembre: disseminazione dei risultati (pubblicazione nella collana Franco Angeli di Fondazione, pubblicazioni in riviste scientifiche)
Risultati attesi
In sintesi, i risultati attesi sono:
a) la diffusione di dati che documentino e diano voce all’esperienza degli assistenti sociali, impegnati in prima linea sul fronte dell’emergenza sanitaria.
b) la sistematizzazione e la diffusione di conoscenza sul social work in tempi di emergenza, attraverso la costruzione di documenti di analisi riferiti ai diversi territori e a specifiche aree tematiche (persone anziane, povertà, minori e famiglie, salute mentale, etc.).
c) la costruzione di strumenti operativi per lo scambio di analisi ed esperienze in diversi territori, per mettere a sistema la conoscenza acquisita sul campo