Come già abbiamo raccontato sui nostri social, lo scorso luglio si è chiuso con l’Accordo tra Stato, Regioni e Province Autonome il lungo iter sull’accertamento dell’età dei minori stranieri non accompagnati. Era necessario giungere a un accordo in quanto presupposto essenziale per applicare misure di tutela e protezione poste in essere dalla legge 47/2017, più nota come Legge Zampa, nei confronti di bambini, ragazzi e adolescenti che arrivano in Italia da soli, senza genitori e figure adulte di riferimento, e riconoscerli come tali! L’obiettivo è, quindi, garantire diritti e allo stesso tempo rispondere ai bisogni della persona, in questo caso presunto minore, all’interno di un articolato sistema di accoglienza. Come? Uniformando le prassi su tutto il territorio nazionale e superando attraverso l’applicazione di un protocollo una eventuale discrezionalità al fine, soprattutto, di ridurre il margine di errore nella stima di un’età che non sarà mai certa!
Con il nuovo Protocollo si mantiene un approccio multidisciplinare, con l’intervento sequenziale, “a step”, dei diversi professionisti coinvolti: da noi assistenti sociali allo psicologo dell’età evolutiva sempre e comunque alla presenza del mediatore culturale, fino al pediatra.
Siamo stati fortemente protagonisti dell’accoglienza e della conoscenza dei minori stranieri con il progetto PUERI, cofinanziato dalla Commissione Europea e gestito da noi Fondazione Nazionale degli Assistenti Sociali e dal Centro Informazione ed Educazione allo Sviluppo. Grazie ad esso avevamo potuto raccogliere la voce di più di 1800 minori, sbarcati da soli sulle nostre coste, nel periodo che va da giugno 2017 a giugno 2018. Avevamo incontrato bambini e ragazzi provenienti da 39 paesi diversi; il 30% di loro erano adolescenti in fuga da guerre, reclutamento obbligatorio, violenze. Come assistenti sociali abbiamo avuto l’opportunità di coordinare dalle prefetture molti interventi del volontariato e del privato sociale, evitando la dispersione delle risorse. Con il nostro progetto SAVE, e in anticipo rispetto a questo protocollo, avevamo previsto nel 2018 l’attivazione di due team multidisciplinari. Uno si sarebbe occupato della vulnerabilità dei minori e dei maggiorenni migranti, ed un altro dell’accertamento della minore età.
“L’accordo di luglio è un passo avanti fondamentale – commenta la presidente Silvana Mordeglia – al quale speriamo di poter collaborare con le competenze già sviluppate”.