Aggiornare le competenze, investire nella formazione di base e continua attuare la supervisione professionale… La vicepresidente Cnoas Barbara Rosina e Patrizia Favali per Fnas , hanno partecipato il 31 marzo a Venezia, al convegno organizzato dalla Challenge School dell’Università Ca’ Foscari e dal Croas Veneto “Un manager sociale per le politiche sociali e sociosanitarie: forme e figure dell’Innovazione”.
Nel corso dell’evento, la proclamazione dei trenta assistenti sociali che hanno conseguito il titolo di master di II livello in “Direzione, management e coordinamento dei servizi sociali, socio-assistenziali e socio-sanitari” a seguito della discussione del giorno precedente, e l’avvio delle lezioni per gli iscritti all’edizione appena inaugurata.
Oltre alla Presidente del Croas Veneto Mirella Zambello, Direttrice del master, i presidenti del Croas Calabria Danilo Ferrara, Tiziana Da Dalt per il Friuli Venezia Giulia e la lettura di un saluto di Laura Paradiso, Lazio, in rappresentanza di alcune Regioni di provenienza di alcuni studenti.
Nell’intervento iniziale la vicepresidente Barbara Rosina collegandosi alle priorità emerge nel corso degli Stati Generali degli Assistenti sociali di marzo, ha segnalato l’importanza del ruolo del dirigente rispetto ai temi della povertà, della salute, del terzo settore, della valutazione, del dialogo interprofessionale… Rosina ha concluso, ringraziando l’Ateneo Ca’ Foscari, il Croas Veneto e i corsisti per l’impegno e per l’attenzione alla formazione dei professionisti assistenti sociali, ricordando come sia ormai indifferibile una revisione delle competenze di base e un investimento nella formazione continua che tenga conto nella formazione di base e in quella continua, della specificità del ruolo, della specializzazione e della ricerca di servizio sociale. Patrizia Favali, a nome dell’équipe che effettua il supporto tecnico al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali per il LEPS supervisione affidato a Consiglio nazionale Ordine Assistenti sociali e Fondazione nazionale Assistenti sociali, ha ricordato come questo consentirà di migliorare la qualità delle risposte alle persone che si rivolgono ai servizi e di disegnare contesti organizzativi sempre più attenti alle nuove sfide che i cambiamenti sociali impongono. La supervisione professionale e organizzativa, che per la prima volta, riguarderà tutti gli assistenti sociali e i servizi sociali italiani, impatterà positivamente sulla qualità tecnica e relazionale dei professionisti, sulla qualità organizzativa del contesto, sulla qualità finale del servizio erogato alle persone. Ma per innescare questi processi virtuosi e supportare la complessità insita nel percorso, sono necessarie figure manageriali attente, competenti e pronte a governare il cambiamento dei servizi alla persona.