La Giornata mondiale della Non Violenza, istituita nel 2007 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite e celebrata ogni anno il 2 ottobre, data di nascita del Mahatma Gandhi, assume quest’anno un significato particolare. La morte di Gino Strada, fondatore insieme alla moglie Teresa Sarti di Emergency, ci ha privati di una delle voci più autorevoli e forti, capace di elevarsi in difesa della pace e del soccorso alle persone malate e ferite in luoghi dove la pace non c’è.
La guerra, purtroppo, resta la prima e più devastante esperienza umana della violenza che colpisce non solo i militari coinvolti, ma milioni di cittadini, donne e bambini inermi. Sono le cosiddette vittime collaterali di conflitti che con vecchi e nuovi media entrano nelle nostre comode case. E così abbiamo sotto gli occhi gli orrori della Siria, delle infinite guerre africane e degli inesauribili conflitti in Medio Oriente. Siamo tutti in allerta per quanto sta avvenendo in Afghanistan.
La non violenza è opposizione pacifica ad ogni forma di aggressione, è un pensiero filosofico che caratterizzò tutta la vita di Ghandi e che portò l’India alla conquista dell’indipendenza dalla Gran Bretagna. E’ una condotta di vita, è una scelta, un impegno che si rinnova ogni giorno.
E che ha valore nelle grandi compagini politiche internazionali, così come nella vita di ciascuno.
Ripudiare ogni forma di violenza significa riconoscere i diritti di ogni persona, impegnarsi nella risoluzione dei conflitti in modo pacifico e costruttivo. E’ dall’esclusione che spesso nasce la violenza. Noi, come assistenti sociali partecipiamo in prima linea al processo di inclusione, a partire dai più fragili. Il nostro impegno per la partecipazione di tutti, contribuisce in modo tangibile a diminuire le possibili cause dei conflitti sociali e della violenza.