Salute mentale per tutti. Più servizi, più investimenti

Dedicata al tema dell’accesso alle cure, si celebra oggi la Giornata mondiale della salute: Mental Health for All Greater Investment – Greater Access. Everyone, everywhere”, ossia salute mentale per tutti, maggiori investimenti, maggiore accesso. Per tutti, ovunque.

È un preciso richiamo alle questioni che sono ancora aperte: investimenti, nuovi e maggiori servizi territoriali alla persona, diritti umani, una nuova progettazione del Welfare e integrazione socio sanitaria.

La diffusione della pandemia da Covid-19 ha peggiorato le condizioni di molti ammalati e ha accentuato le paure e le ansie di molte persone mettendo così in evidenza la necessità, non più rinviabile, di nuovi investimenti e di nuove risorse. Abbiamo bisogno di incrementare i servizi su tutto il territorio nazionale perché si possa garantire a tutti, ovunque, lo stesso accesso alle cure e all’assistenza. Sono proprio gli assistenti sociali che garantiscono quel necessario e insostituibile ponte di integrazione tra sociale e sanitario, tra cura e assistenza. É il loro quotidiano impegno a realizzare la Legge Basaglia, la n.180/78, che ha interamente riformato l’assistenza riconsiderando l’importanza degli aspetti sociali della malattia mentale, accanto a quelli sanitari.

Famiglia, lavoro, comunità, storia personale sono tutti elementi di analisi che vanno considerati per la cura e l’assistenza: abbattere lo stigma della malattia mentale significa cercare percorsi di integrazione sociale e lavorativa, progettare percorsi individuali di cura e riabilitazione, affiancare le famiglie su cui spesso ricade il maggior peso.

Rimettere al centro la persona con disturbi mentali significa ripercorrere la sua storia, rimuovere gli ostacoli che ne impediscono il reinserimento nella comunità e dove possibile nel lavoro, restituirle dignità e un futuro migliore. E gli assistenti sociali sono parte integrante di questo processo, conoscono le sofferenze e le difficoltà delle persone considerate diverse, quelle persone che la società tende a ghettizzare perché avvertite come parte di un mondo che il mondo non sa comprendere.