Il 21 giugno l’European Migration Network (EMN) e il Ministero dell’Interno hanno voluto dedicare l’occasione della Conferenza Nazionale 2023 al tema degli “Interventi di sistema per il rafforzamento della prevenzione e del contrasto delle violenze a danno di minori stranieri”. A premessa della scelta vengono citati alcuni dati forniti da un’indagine del 2021 dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, in collaborazione con CISMAI e Fondazione Terre des Hommes Italia, 2021: “l’esposizione dei minori stranieri alla violenza e al maltrattamento risulta essere molto maggiore rispetto a quella dei minori italiani. La percentuale di minorenni stranieri in carico ai servizi sociali per maltrattamento è tre volte maggiore rispetto a quella dei minorenni italiani: su un campione di 1.000 bambini italiani residenti sono presenti 7 vittime di violenza, mentre considerando un campione di 1.000 bambini stranieri residenti le vittime di maltrattamento salgono a 2331”. La partecipazione della comunità professionale degli assistenti sociali è stata introdotta dalla Vicepresidente del CNOAS, Barbara Rosina e si è articolata nella conduzione di uno dei tre panel dedicati alle “Reti territoriali e interventi innovativi per il contrasto alla violenza dei minori stranieri”. Alla Fondazione Nazionale Assistenti Sociali è stato affidato il compito di coordinare il gruppo di lavoro sulla formazione degli operatori, anche a seguito dell’esperienza pilota condotta con il progetto FAMI “T.U.M.I.Ve.DI!
Silvana Mordeglia, Presidente della Fnas, ha rappresentato nel suo intervento una sintesi dei lavori che hanno visto la partecipazione di CIDAS, Fondazione di Vittorio, MOIGE, SIMM-AMREF, Fondazione Don Calabria e Fondazione ISMU. “La formazione degli operatori – ha detto Mordeglia – rappresenta una pratica necessaria e ineludibile per assicurare efficacia, continuità, concretezza e una dimensione strategica ai servizi e agli interventi di prevenzione e contrasto alla violenza contro i minorenni stranieri. La migliore strategia è quella di creare alleanze multilivello e multi-agenzia coinvolgendo tutti gli attori, pubblici e privati, nelle diverse fasi che compongono il processo della formazione, dalla rilevazione dei bisogni, alla definizione degli obiettivi, fino allo svolgimento delle attività formative”. Appare importate lavorare affinché sia colmato il divario fra ciò che si sa (o si ritiene di sapere) e ciò che si è chiamati a fare, fornendo a tutti i professionisti le competenze e gli strumenti, nonché la consapevolezza di essere attori strategici nella prevenzione e nel contrasto alla violenza sui minorenni stranieri.
La presidente Fnas ha evidenziato la necessità di una formazione non solo teorica ma soprattutto pragmatica, “in grado di leggere il territorio e di connettere decisori, operatori, servizi e beneficiari, operando in contesti locali, nazionali ed europei, anche per ricercare e diffondere skills e procedure utili a migliorare le attività di cura delle diverse figure professionali di social worker”.