Istituita nel 2013 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, si celebra oggo la Giornata mondiale contro la tratta di esseri umani, per sensibilizzare la comunità internazionale sulla situazione delle vittime e promuovere la difesa dei loro diritti. La pandemia da Covid -19 ha costretto in molti alla fuga e ha esposto milioni di persone a un maggior rischio di essere coinvolte nella tratta umana per sfruttamento a fini sessuali, adescamento della microcriminalità per furti e borseggi, lavoro forzato, matrimonio forzato, arruolamento forzato e altri crimini.
Donne e bambine sono ad oggi tra le più colpite. Nei paesi UE lo sfruttamento sessuale, la forma di violenza più segnalata, colpisce il 95% delle donne e delle ragazze vittime di tratta, ma il fenomeno riguarda anche i ragazzi e i bambini. Non solo al loro sbarco, ma già sulle rotte del Mediterraneo centrale e in Libia, il rischio di sfruttamento a scopo sessuale è altissimo.
Violenza e negazione dei diritti umani durante il viaggio che li dovrebbe liberare, ma una volta giunti in Europa, spesso, non è finita. Ragazze, ragazzi e bambini sono reclutati dalla microcriminalità organizzata e costretti alla prostituzione o ad accettare qualunque lavoro. Ci sarà capitato tante volte di guardare giovani dall’età indefinibile, né uomini né bambini, con la disperazione negli occhi. Sono i nuovi schiavi, vittime dello sfruttamento che accettano pur di riuscire a ripagare in fretta il debito contratto dalle famiglie con i trafficanti per il loro viaggio verso l’Europa.
Con la pandemia dalle nostre strade sono sparite le ragazzine e le giovani donne. Ma non è sparito di certo il fenomeno dello sfruttamento sessuale che dalla strada si è trasferito nei luoghi chiusi impedendo così il contatto diretto con le vittime da parte degli operatori e dei volontari.
Non si sconfigge la tratta chiudendo i porti alle navi soccorritrici, né soltanto colpendo i caporali che smistano i cittadini stranieri nei campi e nelle serre pretendendo una percentuale della loro paga: sfruttamento del lavoro e schiavitù si sconfiggeranno solo combattendo contro le grandi organizzazioni malavitose, nel nostro Paese nel continente europeo, così come in Africa e nel resto del mondo.
Siamo tutti chiamati all’impegno per una maggiore protezione delle vittime della tratta umana: dobbiamo cogliere l’opportunità che la ripresa dopo la pandemia ci offre di costruire una società più inclusiva, più solidale, più attenta e soprattutto sistemi economici che non lascino nessuno indietro, che offrano a tutti una possibilità di condurre una vita degna di essere vissuta. Gli assistenti sociali svolgono un lavoro prezioso, di sostegno e monitoraggio, ma è tutta la comunità umana che non può più girarsi dall’altra parte. Un rinnovato sistema economico che sia includente, fornisce a tutti i mezzi per realizzare le proprie aspirazioni. A ciascuno di noi questo obiettivo dovrebbe interessare perché una vita migliore per tutti è condizione necessaria per una vita migliore per ognuno di noi”.