A Trento una tre giorni – aperta dal convegno “Funzioni e responsabilità del servizio sociale in un welfare plurale” – dei vertici nazionali e regionali della professione.
Trento, 20 settembre 2018. Il ruolo nuovo che il Servizio sociale sarà chiamato ad assumere nel Paese in un futuro molto ravvicinato e in un contesto di funzioni e responsabilità in continua evoluzione, è al centro di una tre giorni di lavori dei vertici nazionali degli assistenti sociali, affiancati dai vertici degli Ordini regionali, in programma da oggi, giovedì, a sabato a Trento.
Obiettivo, migliorare ulteriormente attraverso interventi sulla formazione, la ricerca e la sperimentazione la capacità di risposta di questa professione ai bisogni e alle domande di un welfare plurale che si muove sotto la spinta delle dinamiche e delle aspettative di una società che articola in modo nuovo bisogni, priorità, esigenze, aspettative di singoli, famiglie e comunità.
Una tre giorni che ha avuto il suo prologo pubblico nel convegno “Funzioni e responsabilità del servizio sociale in un welfare plurale” che ha visto raccolti nella Sala Castello del Buonconsiglio esponenti trentini delle istituzioni e della politica, docenti universitari, professionisti ma anche chi nel passato – come l’ex ministro Livia Turco – ha lasciato un solco indelebile in tema di Servizi sociali con la Legge 328 del 2000.
Una legge che purtroppo, come ha ricordato la Presidente del Consiglio regionale del Trentino Alto Adige dell’Ordine degli assistenti sociali, Angela Rosignoli, “negli anni che seguirono alla sua promulgazione, sia con il trasferimento alle Regioni delle competenze in materia di assistenza, sia con la riduzione delle risorse del fondo nazionale per le politiche sociali, è stata progressivamente svuotata nei suoi intenti. Con essa, anche il Servizio sociale – a causa della decennale crisi economica – ha subìto una perdita progressiva di rilevanza e un aumento delle difficoltà lavorative interne ai Servizi”.
Quegli anni bui – è stato ricordato – sono alle nostre spalle perché in questi ultimi tempi si è assistito ad una inversione di tendenza tanto che ora è decisivo chiedersi quali saranno le traiettorie di sviluppo futuro del Servizio sociale in un sistema di welfare come quello che oggi ci troviamo di fronte.
Un futuro fatto della necessità di rafforzare i Servizi sul territorio superando le gravi disomogeneità che si registrano da nord a sud del Paese: imperativo inderogabile se si vuole, ad esempio, gestire al meglio le prospettive e gli impegni derivanti dal Rei, il reddito di inclusione, la misura universale contro la povertà, che proprio dal capoluogo trentino, grazie a Cristiano Gori, Professore nel Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale all’Università degli Studi di Trento e animatore della Alleanza contro la povertà, ha avviato il suo cammino.
Ed è sul superamento delle differenze tra nord e sud nelle risposte ai cittadini che punta molto Gianmario Gazzi, Presidente del Consiglio nazionale. “A fronte di un Trentino felix che sa modulare al meglio gli interventi di welfare – ha detto – vi sono intere aree del Paese in cui vi è la pressochè totale assenza di Servizi sociali. Ecco allora che non per tutti i colleghi diventa facile utilizzare gli stimoli che derivano dai cambiamenti e che invece dovrebbero rappresentare il trampolino di lancio per guardare ad un orizzonte lontano fatto anche – in termini politici e culturali – di assunzioni di responsabilità e ruoli nuovi.”
Per cogliere tutte le sfide, decisivo il compito assegnato alla formazione continua, alla ricerca, agli approfondimenti scientifici con un confronto continuo anche con le esperienze internazionali. Alcuni temi, questi, di cui in misura sempre maggiore si sta facendo carico – lo ha ricordato la presidente Silvana Mordeglia – proprio la Fondazione nazionale degli assistenti sociali. “La Fondazione – ha detto – sta puntando molto sulla collaborazione con gli Ordini regionali, nel promuovere e sostenere la ricerca di servizio sociale, nell’attivare progettazioni nell’ambito delle attività che interessano il servizio sociale, nel produrre servizi per la categoria professionale ed attività di formazione ed aggiornamento.”
Una tre giorni trentina sul sociale che prevede – nelle giornate di venerdì e sabato – incontri a porte chiuse con analisi ed approfondimenti su temi di stretta attinenza alla evoluzione della figura dell’assistente sociale soprattutto in relazione ai nuovi compiti che vengono assegnati a questi professionisti e alla capacità di svolgere in modo nuovo le attività previste, non da ultimo, anche attraverso un approccio libero professionale.